
Oggi e domani si terrà ad Amburgo il primo “Blue Economy Business and Science Forum”.
Lo scopo di questo evento è riunire un gran numero di stakeholders (saranno più di 200) che operano nella cosiddetta “Blue Economy” per confrontarsi relativamente ad una serie di temi strategici per il settore, quali:
- le modalità per accrescere la competitività dell’industria europea nel campo delle tecnologie marine e marittime;
- lo sviluppo della collaborazione tra il mondo scientifico e quello industriale;
- le prospettive aperta dall’innovazione tecnologica in tale ambito e gli ostacoli al diffondersi nel mercato delle nuove tecnologie;
- gli strumenti di finanziamento dell’innovazione in ambiente marino.
“Crescita Blu” per un’ “Economia blu”
In Europa, nelle attività economiche che dipendono dal mare (la cosiddetta “economia blu”), lavorano 5,4 milioni di persone, che producono ogni anno un valore aggiunto lordo di quasi 500 miliardi di euro, inoltre, via mare si svolgono anche il 75% del commercio estero dell’Europa e il 37% degli scambi all’interno dell’Unione. Questi pochi dati fanno intuire le motivazioni per cui l’Europa veda la valorizzazione del potenziale inutilizzato degli oceani, dei mari e delle coste come un enorme potenziale di crescita e di occupazione necessari un livello adeguato di investimenti e di ricerche.
A tale scopo l’Unione europea ha definito una strategia a lungo termine per sostenere una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo: la “crescita blu” o meglio conosciuta “blue growth”.
Ma in che modo è possibile valorizzare il potenziale inutilizzato dell’economia blu?
La cosa di primaria importanza per rilanciare questo settore è un livello adeguato di investimenti e di ricerche. A tal proposito l’Europa ha avviato un processo di sostegno all’economia blu, indicando agli Stati membri, alle imprese e alla società civile, gli ambiti specifici in cui realizzare azioni finalizzate ad analizzare e a sviluppare il potenziale di crescita.
I Cinque settori d’intervento
La strategia individuata si focalizza in cinque macro-aree in cui l’Europa vuole spingere l’acceleratore per raggiungere gli obiettivi di crescita blu. Essi sono:
- Energia blu: con il potenziamento della ricerca nel campo dell’energia oceanica, ancora notevolmente trascurata rispetto alla produzione di energia eolica, e, contemporaneamente, l’avvio di finanziamenti per creare un contesto che offra agli investitori la fiducia necessaria per investire.
- Acquacoltura: settore caratterizzato dal 90% di PMI, attualmente presenta una crescita nulla dovuta a svariate ragioni che vanno dalla mancanza di spazi marittimi disponibili per l’acquacoltura, la concorrenza sul mercato globale e i vincoli amministrativi, in particolare per quanto riguarda le procedure di rilascio delle licenze. Su questo la Commissione europea sta cercando delle misure e dei piani per il rilancio e la crescita dell’acquacoltura.
- Turismo marittimo, costiero e di crociera: è la principale attività economica marittima e anche in questo settore il 90% delle imprese è rappresentato da PMI. La finalità delle misure in elaborazione si basano su strategie e investimenti attuati a livello di “bacino marittimo”.
- Biotecnologia blu: il mondo marino non è stato sicuramente studiato in modo esauriente, infatti, esso racchiude un enorme numero conoscenze non ancora acquisite da convertire in applicazioni spendibili nel mercato. Questa macro-area su cui l’Europa vuole concentrarsi offrirà posti di lavoro altamente qualificati, soprattutto qualora si riescano a ricavare, ad esempio, farmaci innovativi dagli organismi marini;
- Risorse minerali marine: Entro il 2020, il 5% delle riserve mondiali di minerali potrebbe provenire dai fondali oceanici e tale percentuale potrebbe salire al 10% entro il 2030. Il fatturato annuo complessivo dell’attività di estrazione di minerali marini, partito praticamente da zero, è destinato a raggiungere i 5 miliardi di euro nei prossimi 10 anni e fino a 10 miliardi di euro entro il 2030.
Diverse misure condotte sulla base della strategia della “crescita blu” sono già attive in tutta Europa; con i prossimi articoli ci proponiamo di descrivere, a nostro avviso, le opportunità più interessanti per le imprese e i territori italiani ed europei.