
Tra le riforme in cantiere in Italia, un ruolo fondamentale giocheranno le politiche che favoriranno la transizione ecologica del nostro Paese, cioè il passaggio al nuovo modello globale di sviluppo sostenibile.
Per avviare tale riforma saranno necessarie alcune scelte:
- in primo luogo ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo;
- in secondo luogo migliorare l’efficienza energetica dell’economia e la qualità dell’aria nei centri urbani e ripulire le acque interne e marine
- infine, investire nella ‘bellezza’ del Paese, a cominciare da un aumento delle aree verdi urbane e dalla riforestazione.
Come si legge nel Programma nazionale di riforma del 2020, appena presentato dal Governo
italiano,
La riconversione ecologica può e deve rappresentare anche un terreno di nuova competitività per molta parte del nostro sistema produttivo, permettendo di conseguire una maggiore armonia con la natura, pur nel contesto di una società a forte vocazione industriale.
La transizione verde sarà guidata da un piano nazionale, che si chiamerà “Green and Innovation Deal (GRIND)” e che si basa sullo stanziamento di 4,2 miliardi di euro contenuto nella legge di bilancio per il 2020, destinate ad investimenti pubblici e alla promozione di quelli privati con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, all’efficientamento e al rinnovo degli edifici pubblici e privati, nonché all’innovazione tecnologica in una ottica di resilienza economica.
Le misure contenute nella legge di bilancio relativamente al GRIND puntano all’aumento degli investimenti pubblici e alla creazione ed implementazione di fondi, crediti di imposta e detrazioni che favoriscano l’aumento di quelli privati.
Il governo ha compiuto una simulazione attraverso complessi modelli macroeconomici, dove ha valutato l’impatto sulla crescita di:
- investimenti pubblici diretti: si tratta degli interventi infrastrutturali a carico delle Amministrazioni pubbliche, come ad esempio, la manutenzione della rete viaria e le misure orientate alla messa in sicurezza del territorio, ma anche le spese per formazione e ricerca;
- misure indirette, quali: i) incentivi agli investimenti privati; ii) crediti di imposta e altri
incentivi per le imprese; iii) bonus fiscali per riqualificazione del patrimonio immobiliare.
La simulazione dimostra che un sostenuto piano di investimenti pubblici, accompagnato da
incentivi volti a favorire l’aumento di quelli privati in innovazione tecnologica e tutela
dell’ambiente, potrebbe generare un significativo aumento del PIL a fronte di una spesa pubblica relativamente contenuta.
Il GRIND inizierà con la ripartizione del “Fondo Green new deal”, istituito dall’ultima legge di
bilancio, il quale ha una dotazione di 470 milioni di euro per l’anno 2020, 930 milioni di euro per l’anno 2021, 1.420 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023.
Il fondo, alimentato con i proventi della messa in vendita delle quote di emissione di CO 2 , sarà utilizzato dal Governo per sostenere progetti economicamente sostenibili, anche attraverso forme di partenariato pubblico privato, con precise finalità:
- la decarbonizzazione dell’economia;
- l’economia circolare;
- il supporto all’imprenditoria giovanile e femminile;
- la riduzione dell’uso della plastica e la sostituzione della plastica con materiali alternativi;
- la rigenerazione urbana, misure in materia di sostegno alle imprese e garanzia sulle ristrutturazioni per accrescimento dell’efficienza energetica;
- il turismo sostenibile;
- l’adattamento e la mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico e, in generale, programmi di investimento e progetti a carattere innovativo e ad elevata sostenibilità ambientale e che tengano conto degli impatti sociali.
Parte delle risorse saranno destinate al Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI) il quale, assieme al Fondo per la crescita sostenibile, oltre a finanziare ricerca e innovazione, potrà concedere un contributo a fondo perduto per spese di investimento, sino ad una quota massima del 15%.
In arrivo i decreti attuativi che stabiliranno termini, condizioni e modalità di concessione dei
contributi.