
La politica di coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea sostiene anche le zone urbane.
In particolare, attraverso uno dei Fondi strutturali e di investimento europei – il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – finanzia le strategie integrate di sviluppo urbano sostenibile, per far fronte alle cinque maggiori sfide con cui le città europee oggi si confrontano: economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali.
In particolare, ogni Stato membro dell’Unione europea ha l’obbligo di destinare almeno il 5% delle risorse del FESR ad azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile, delegando le stesse città (“autorità urbane”) alla loro gestione.
L’accordo di partenariato tra il Governo italiano e la Commissione europea dedica un intero capitolo alle modalità attraverso le quali il nostro Paese favorirà lo sviluppo urbano sostenibile.
La strategia per lo sviluppo urbano sostenibile
In Italia il punto di partenza è la legge di riforma degli enti locali (la cosiddetta “Legge Delrio”) che prevede la costituzione delle città metropolitane e, più in generale, la modifica delle province, assegnando un ruolo sempre più importante ai Comuni e alle loro Unioni.
A livello nazionale, i cardini della strategia dell’Agenda urbana nazionale sono tre driver di sviluppo, in cui si concentrano anche le risorse finanziarie:
- ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle città, mediante il sostegno ad azioni di mobilità e logistica sostenibile e ad azioni di risparmio energetico e fonti rinnovabili;
- pratiche e progettazione per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più fragile e per aree e quartieri disagiati, mediante interventi di sostegno alle politiche sociali e di contrasto alla povertà e al disagio;
- rafforzamento della capacità delle città di potenziare segmenti locali pregiati di filiere produttive globali, attraverso la promozione di servizi avanzati per le imprese industriali, agricole ed ittiche, nonché per le imprese sociali, creative e per servizi per i cittadini.
I fondi di investimento a livello nazionale
Sempre a livello nazionale, un apposito programma operativo – il PON “Città Metropolitane” – assicurerà il finanziamento delle strategie integrate di sviluppo urbano sostenibile nelle dieci città metropolitane individuate con legge nazionale (Bari, Bologna, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia; Reggio Calabria) e nelle altre quattro citta metropolitane individuate dalle Regioni a statuto speciale (Cagliari; Catania, Messina e Palermo).
Fino al 2020, il PON “Città Metropolitane” stanzia quasi 900 milioni di euro per finanziare interventi relativi ai tre driver di sviluppo appena indicati.
Le risorse a livello regionale
A livello regionale, ogni Regione e provincia autonoma italiana, nei programmi operativi regionali (POR), ha individuato gli interventi a favore dello sviluppo urbano sostenibile, selezionando le città beneficiarie tra le città medie e i poli urbani regionali che costituiscono i poli di erogazione di servizi essenziali e di rango elevato, per aree vaste significative (in primo luogo i Comuni capoluogo di regione e provincia).
Oltre ai tre driver di sviluppo fissati a livello nazionale, ciascuna Regione può definire un quarto driver che potrà fare riferimento, ad esempio, alle tematiche climatico-ambientali e/o della tutela dell’ambiente e della valorizzazione delle risorse culturali e ambientali, anche a fini turistici.
Anche l’importo stanziato dalle regioni italiane per il sostegno allo sviluppo urbano sostenibile è di circa 900 milioni di euro.
Ora la parola passa alle città.