
Oggi ci ritroviamo con un tessuto imprenditoriale denso di piccole e medie imprese che, malgrado le dimensioni talvolta molto esigue, riescono a mantenere in vita l’intero sistema. Apparentemente guardandolo da fuori il contesto si potrebbe quasi dire che un sistema simile potrebbe essere sufficientemente solido per mantenere la stabilità sfidando l’altalena della crisi tra aperture e chiusure di nuove imprese. Qualcuno superficialmente potrebbe accontentarsi e dire che va tutto bene così se non fosse che la dimensione ristretta dell’azienda media porta con sé un grosso problema: gli introiti delle PMI non permettono di investire un capitale sufficiente per mettere appunto azioni innovative efficaci.
Perché è necessario spingere sull’innovazione?
Semplicemente perché lo chiede il mercato. Lo chiedono i consumatori che vogliono prodotti che costino meno, che siano ecosostenibili e non inquinino; lo chiedono le industrie perché vogliono prodotti che utilizzino sempre meno risorse; lo chiede l’Europa perché ha capito che senza una continua innovazione il livello competitivo delle aziende del vecchio continente rischia di cementare i piedi degli imprenditori europei in un mondo dove il mare della concorrenza alza continuamente il proprio livello.
Come riuscire ad innovare in un sistema di piccole e medie imprese? Un esempio per l’innovazione in Veneto
“L’unione fa la forza” dice un detto italiano e sembra proprio che questo proverbio valga per questo contesto. Oggi è necessario abbattere i muri eretti dal vecchio sistema imprenditoriale fondato su uno sfrenato campanilismo che vede fornitori, concorrenti e affini solo un ostacolo alla propria sopravvivenza. Non è un caso se tra le righe del Piano Operativo Regionale Veneto una parola chiave sia “aggregazione”. Ma non solo: è molto probabile che i bandi di finanziamento promossi dalla regione entro l’estate facciano seguito a quanto scritto nel POR limitando così i potenziali beneficiari a quelle cerchie di aziende che decidono di provare questa nuova strada.
Come creare aggregazioni?
Sempre rimanendo nel contesto Veneto ci sono tre modi di poter unire i propri interessi che sono stati trattati in un precedente articolo. Le aggregazioni d’impresa, ossia la forma più semplificata di aggregazione, richiede solamente che vi siano almeno 3 PMI accomunate “per sviluppare un progetto strategico comune e che presenta caratteristiche di elevati livelli di specificità o eccellenza”.
Non è un sistema che pregiudica la perdita della propria identità pertanto conviene che si valuti attentamente la possibilità di approfittare di questa opportunità.
Molte aziende hanno già messo nel tavolo di discussione progetti comuni.