
La transizione verso un’economia più circolare è al centro dell’agenda per l’efficienza delle risorse stabilita nell’ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Utilizzare le risorse in modo più efficiente e garantire la continuità di tale efficienza non solo è possibile, ma può apportare importanti benefici economici. È questo l’obiettivo UE definito nella Comunicazione Closing the loop – An EU action plan for the Circular Economy, (tra le cui disposizioni emerge una particolare enfasi verso la necessità di un quadro normativo più omogeneo, una migliore conoscenza dei flussi dei rifiuti e delle migliori pratiche e tecnologie e la necessaria definizione di standard di qualità a livello di UE per le materie prime secondarie come elemento funzionale alla creazione di un Mercato Interno dinamico per le materie prime secondarie).
L’economia circolare è la risposta proattiva alla crisi del sistema economico lineare “take – waste – disposal”, proponendo un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. Questo modello rappresenta una discontinuità assoluta rispetto il tradizionale modello di economia lineare, ove con il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento.
Questo aspetto è particolarmente rilevante per il settore industriale poiché, aggregando in se diverse fasi legate all’approvvigionamento, trasformazione, packaging, trasporto e vendita del prodotto si rende protagonista di un elevato uso di materie prime e risorse naturali. Nel Piano d’Azione per l’Economia Circolare sono – oltretutto – evidenziati i settori fondamentali su cui indirizzare primariamente le strategie di remanufacturing, ecodesign e creazione di mercati dei sottoprodotti: plastica, scarti alimentari, edilizia, RAEE, scarti industriali e bioprodotti. È essenziale, dunque, lo sviluppo di modelli e mercati dei sottoprodotti di scarto tra imprese appartenenti al medesimo sistema produttivo in grado di minimizzare gli scarti di produzione derivanti dai processi industriali e promuovere il loro riutilizzo.
Dalle parole ai fatti: CIRCE2020 un progetto europeo sull’economia circolare
All’intero di questo quadro di riferimento, è partito da pochi giorni il progetto europeo CIRCE 2020, coordinato dall’Osservatorio Rifiuti di ARPA Veneto con la collaborazione di EURIS srl e sviluppato da 5 municipalizzate per la raccolta dei rifiuti di 5 paesi dell’Europa Centrale, ovvero Italia, Polonia, Austria, Ungheria e Croazia.
Il progetto prevede di organizzare e sperimentare, presso alcuni ambiti produttivi pilota dei modelli di mercato locali finalizzati a reintrodurre le materie di scarto nel processo di produzione, nei vari segmenti della catena di approvvigionamento originaria (medesima filiera) o in altre catene di approvvigionamento (extra-filiera). L’area di sperimentazione italiana è il Veneto Centrale, la cui azione pilota sarà realizzata da ETRA, uno dei principali partner del progetto CIRCE 2020.
Per la UE, la realizzazione di un vero mercato europeo dei sottoprodotti è in grado di far salire il PIL quasi dell’1% e creare oltre 2 milioni di posti di lavoro entro il 2030. Il progetto europeo CIRCE 2020 assegna al Veneto un ruolo di leadership
Nelle fasi iniziali sarà realizzata una mappatura dei flussi fisici ed economici di un sistema produttivo, attraverso l’utilizzo di strumenti di material flow analysis, ed il coinvolgimento dei portatori d’interesse (imprese, enti territoriali, associazioni di categoria ecc). Tale sperimentazione porterà alla definizione di scenari economici ed ambientali che coinvolgano imprese “donors” (coloro che vendono gli scarti di produzione) e imprese “recipients” (coloro che comprano gli scarti di produzione, utilizzandoli come materia prima), al fine di avere un ciclo chiuso. Nel progetto si andrà a strutturare e sperimentare il modello di mercato dei sottoprodotti, che – alla fine del progetto – dovrà dimostrare di essere auto-sostenibile.
Il progetto CIRCE 2020 rappresenta una grande sfida per il Veneto. La sperimentazione dei modelli di economica circolare andrà a coinvolgere diversi gruppi di imprese appartenenti a filiere produttive diverse ma concentrate in un ambito produttivo comune e prevedere la partecipazione anche di aziende di grandi dimensioni, in grado di stimolare il processo e di garantire la sostenibilità economica del mercato dei sottoprodotti e la replicabilità del business model in nuovi ambiti produttivi.